Come già annunciato sulle nostre pagine il Salvator Mundi di San Domenico Maggiore al momento non è nella sua collocazione abituale, l’opera è in restauro e ad ottobre verrà esposta alla Farnesina nell’ambito della mostra “Leonardo a Roma”.
In occasione del restauro l’opera è stata sottoposta a nuovi esami e nuovi studi che coinvolgono il FEC, Dianne Modestini dell’Istituto di Conservazione dell’NYU, la BBC che sta girando un documentario sul modo di operare di Leonardo, la Sovrintendenza di Napoli e Silvia Ghia storica dell’arte e consulente del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, hanno rivelato importanti particolari su questa preziosa opera. Innanzitutto l’opera è senz’altro coeva al periodo di Leonardo per i materiali costitutivi. Inoltre le immagini all’infrarosso hanno permesso di registrare la tecnica di esecuzione partendo dal disegno preparatorio. Per l’esecuzione di quest’ultimo è stata usata la tecnica dello spolvero da cartone; la presenza di puntini di carboncino lungo i contorni di ogni singolo elemento che compone l’immagine, infatti, non lasciano adito a fraintendimenti. Che Leonardo possa aver utilizzato un cartone per una sua creazione non è plausibile e non risulta finora da nessun altro studio. È più probabile dunque che l’opera sia stata eseguita da uno degli artisti della sua cerchia come Francesco Melzi, Boltraffio o Marco d’Oggiono, su di un disegno realizzato dal maestro, per essere così utilizzato più volte e dar vita a più copie da vendere.
Questa incredibile opera, considerata dalla critica la più prossima all’ “originale” di Leonardo, sta finalmente ricevendo le meritate attenzioni, ora non ci resta che attendere di poterla ammirare ad ottobre presso la mostra alla Farnesina oppure al suo ritorno al museo DOMA di San Domenico Maggiore previsto per il mese di Gennaio 2020. Sempre nel 2020 è previsto anche il documentario della BBC ed uno speciale volume in cui poter leggere i risultati delle indagini e delle ricerche comparate con le altre versioni in corso di studio.