LE ARCHE ARAGONESI, 40 FERETRI DI REALI
Sul ballatoio che sovrasta gli stalli delle pareti della Sagrestia del Museo San Domenico Maggiore sono presenti poco più di 40 feretri di reali e nobili legati al casato d’Aragona, la maggior parte dei quali contenenti i corpi imbalsamati dei defunti, che furono accuratamente studiati negli anni Ottanta dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa. I sarcofagi, comunemente chiamati Arche Aragonesi o Tombe dei re Aragonesi, sono ricoperti da preziosissimi tessuti policromi e sono decorati da ornamenti pittorici e scultorei di diversa tipologia. Le sepolture furono originariamente collocate nel coro della Basilica di San Domenico Maggiore e, solamente negli anni Novanta del XVI secolo, furono spostate nella sagrestia per evitare i frequentissimi incendi a cui la chiesa era esposta.
Nei sarcofagi fu sepolta quasi l’intera dinastia aragonese (1442-1503) e fra i corpi era presente anche quello di re Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo, morto nel 1458, le cui spoglie furono però traslate nel 1666 in Spagna. La sua arca, ormai vuota, è sormontata da un ritratto del re risalente al secolo XVII.